Sorprendente! Di ritorno da Lanzarote, dopo averla esplorata in lungo e largo per una settimana a ottobre, questa è la parola con cui posso descriverla. E con una tale quantità di cose da vedere da far passare in secondo piano il motivo per cui la stragrande maggioranza di turisti si riversa qui: il clima e le spiagge.
Ma partiamo da capo… Con la base Ryanair di Torino arriva il primo, sospirato, collegamento diretto con le Canarie, precisamente con Lanzarote. L’isola non è grandissima, circa 60 km in lunghezza e una trentina di larghezza nel tratto più ampio, la quarta per ordine di grandezza nell’arcipelago. Decisamente meno popolata e, soprattutto, meno sfruttata turisticamente delle sorelle maggiori. Vi aspettano trecento coni vulcanici, campi di lava, spiagge per fare surf o rilassarsi, vigne che crescono dentro buche scavate nella ghiaia nera ed incantevoli paesini nell’interno, dove degustare vini e cucina locale.
Per orientarsi il mio consiglio è iniziare dal CACT, l’ufficio turistico dell’isola, che ha un eccellente sito dove si possono acquistare gli ingressi per tutte le attrazioni, i pacchetti, prenotare uno dei loro ristoranti panoramici e persino controllare code ed affluenza. Tutte le attrazioni sono diverse, ma hanno una cosa in comune: sono state valorizzate o volute da Cesar Manrique. Vera icona dell’isola ed artista eclettico, ha salvato Lanzarote dalla cementificazione selvaggia, difeso l’ambiente ed il paesaggio. Vedrete le sue opere e la sua mano ovunque e la fondazione che ne porta il nome prosegue il suo lavoro.
L’attrazione principale è indiscutibilmente il Parque Nacional de Timanfaya. Toglie il fiato! Detto anche “Montagne del Fuoco”, il parco vulcanico è vasto oltre 51 km quadri, ai quali si aggiungono altre 102 km di Parque de lo Volcanes tutt’attorno. Questa parte dell’isola è stata protagonista delle eruzioni più recenti, avvenute nel 1730 e continuate nei sei anni successivi, sembra che il paesaggio non sia cambiato per nulla da allora. Consiglio: raggiungete il parco al mattino almeno mezz’ora prima dell’apertura, per non fare coda. Arrivando con la LZ67 potete accedere con la vostra auto (vi verrà chiesto di mostrare il biglietto), lungo la strada troverete anche il Centro Visitatori, che vi consiglio di visitare all’uscita dal parco. Seguendo l’unica strada possibile in un paesaggio lunare in mezzo ai campi di lava arriverete al parcheggio, dal quale partono i bus che vi accompagneranno nel Parco Nazionale per un percorso guidato. Terminato il giro di circa un’ora potrete poi vedere il ristorante panoramico e la zona adiacente.
La seconda attrazione è il Mirador del Rio. Una ex postazione militare diventata un punto panoramico che da 475 metri di altezza regala una vista spettacolare sulla minuscola Isla Graciosa e sul nord dell’isola. Ammirevolmente inserito nella natura da Manrique.
Imperdibili sono le grotte della Cueva de los Verdes e il Jameos del Agua, entrambe con visite guidate. Si tratta di un tunnel di lava di 5000 anni fa. La Cueva è un percorso di circa 1 km in grotte affascinanti e, a volte, impervie, nel Jameos invece la lava ha creato delle grotte, nelle quali il mare a formato un lago (abitato esclusivamente da minuscoli gamberetti albini) e delle terrazze, che il genio di Manrique ha trasformato in un ristorante e in una fantastica piscina, ad uso esclusivo del Re di Spagna. Degno di nota anche il Jardin de Cactus, ma soprattutto la Casa Museo Fundaciòn Cérar Manrique a Taro de Tahiche. Qui l’artista visse quanto tornò nell’isola, nelle camere nel piano inferiore ricavate in 5 bolle naturali del magma. Non vorrete più uscirne.
Ovviamente sull’isola ci sono anche castelli, musei e molto altro, dovete solo scegliere. Uno dei passatempi più piacevoli è vagabondare con l’auto ammirando i paesaggi splendidi ed andando alla ricerca di paesini da visitare, cantine per degustare i vini e spiagge per rilassarsi. Ottocento sono i km percorsi da noi in soli sette giorni. Gli itinerari più scenografici, secondo noi ovviamente, sono la strada costiera LZ 703, la LZ 702 che dall’interno porta alle spiagge del sud, il Camino del Salinero o LZ202 alta, una delle vie che portano al Mirador del Rio, la LZ 1 costiera nel suo tratto settentrionale (da Arrieta ad Orzola, da qui ci sono i traghetti per Isla Graciosa) punteggiato da calette di sabbia bianchissima in mezzo a colate laviche. Le strade che però abbiamo preferito sono la LZ401/410, che porta alle spiagge dei surfisti di Famara, con le montagna del Risco alle sue spalle, la LZ67 dei parchi vulcanici e la LZ30, la strada della regione vinicola sud occidentale. Scaricatevi la mappa delle zone vitivinicole, diffuse anche in altre parti dell’isola, e preparatevi a fotografare i vigneti più incredibili del mondo. Bodega La GERIA e Bodegas Rubicon sono tappe irrinunciabili.
Non dimenticate ovviamente di visitare i graziosi paesini dell’interno, soprattutto la verde Haria e Teguise, la prima capitale dell’isola, incantevole. La domenica mattina ospita il mercato turistico più importante, inutile dire che è presa d’assalto, ma senza perdere il suo fascino. Le località sulle costa hanno generalmente mantenuto un aspetto autentico, tranne che nel sud est, ove per ragioni climatiche e per le spiagge più fruibili, si concentra il maggior numero di grandi strutture ricettive. Tuttavia, a Costa Teguise e nei sobborghi di Playa Blanca (soprattutto alla Marina Rubicon) e non solo si può trovare un buon compromesso se cercate località di mare, con servizi e ristoranti ed una atmosfera piacevole. Ci ha invece lasciati piuttosto indifferenti Arrecife, la capitale, che ospita alcuni ristoranti famosi ma non molto altro.
Ma… il mare ed il clima? Direte voi. Beh, le spiagge sono così tante e diverse da rendere impossibile fare un elenco. Da quelle ampie e sabbiose, o laviche nere, o piscine naturali (portate delle scarpette da corallo, potrebbero servire) affollate o che vanno guadagnate con una camminata di un’ora. Vale la pena vagabondare per cercare la preferita. Molto ventilate, soprattutto quelle a ovest. Per fortuna spesso ci sono piccoli muretti a secco di lava nera che vi permettono di prendere il sole in modo più confortevole. I parcheggi per le spiagge sono liberi ovunque tranne che Playa Papagayo, una riserva naturale per la quale si paga l’ingresso, senza che questo scoraggi i numerosi visitatori, pare….
Clima. Vengono chiamate “le isole dell’eterna primavera” ed effettivamente non fa mai troppo caldo o troppo freddo. Lanzarote non fa eccezione, ma le stagioni esistono anche qui ovviamente. È molto ventilato e quindi in pieno inverno quando le massime sono intorno ai venti gradi o meno fare il bagno, peraltro nell’oceano, non è certo il massimo. Ma si possono godere delle bellezze dell’isola ovviamente o fare surf con la muta. In estate il clima è invidiabile ed ad ottobre, data della nostra visita abbiamo goduto di 29 gradi di massima e mai meno di 19 di minima, quasi perfetti per la tintarella o per cenare in riva al mare. Unico neo di un viaggio in questa stagione può essere l’umidità che arriva dall’oceano, non fastidiosa ma che rende meno terso il cielo azzurro che altrimenti è da cartolina. Spero che Lanzarote possa sorprendere anche voi
Qualche info pratica.
Lingua. Inglese ovunque ma divertitevi con lo spagnolo. Inoltre pare che tutti i camerieri che non troviamo in Italia siano finiti qui.
Ristorazione. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Costi assolutamente alla portata soprattutto verso l’interno.
Sistemazione alberghiera. Come sopra. Dalle Eco Lodge con la vostra stanza in una bolla e le stelle come sfondo, ad ogni genere di alberghi, se preferite una base gli Hotel Rural delle zone vinicole sono spesso bellissimi esempi di case contadine ristrutturate.
Sicurezza. Siamo in Spagna, paese assolutamente tollerante e sicuro. Non abbiamo avuto nessun tipo di problema. Cartelli indicano solo prudenza nel lasciare beni sulle auto nei parcheggi delle spiagge.
Trasporti. Assolutamente indispensabile noleggiare un auto. Per muoversi liberamente ed ottimizzare il tempo. Le strade sono eccellenti, tutto è bene indicato ed i costi bassi